Liberali, liberaldemocratici e liberalsocialisti
Il coraggio di cambiare Torino
Nella vita delle nazioni, di solito, l’errore di non saper cogliere l’attimo fuggente è irreparabile.
Luigi Einaudi
Alla base del progetto di Progresso Torino c’è la volontà di unire diverse culture politiche e storie individuali, ma tutte riconducibili ad una comune matrice liberale nelle sue varie declinazioni. Il progetto costituisce un’aggregazione tra liberali che nasce dalla volontà e dal tentativo di essere protagonisti e “fare il nostro dovere” per il futuro di Torino e della sua area metropolitana in una fase decisiva della sua storia.
Dopo il Covid e le pesanti conseguenze che ha generato a livello globale, non risparmiando la nostra realtà, ancora una volta i Torinesi sono chiamati a ricostruire il loro futuro. Per fare questo, occorre unire forze politiche, sociali, culturali ed economiche, donne e uomini con esperienza e passione civica e politica: il mondo dei liberali deve tornare ad essere protagonista unendo le sue forze e mettendole in campo da protagoniste.
I principi liberali
Noi pensiamo il buon governo e che la buona amministrazione debbano passare prioritariamente attraverso la competenza, perché questo è uno dei concetti chiave che ha avvicinato molti di noi alla politica, un progetto che restituisca speranza ed entusiasmo a chi lo aveva smarrito.
Noi siamo convinti sostenitori della democrazia rappresentativa vs la demagogia dell’uno vale uno, sosteniamo la centralità del Parlamento e delle istituzioni democratiche, che non sono un inutile e costoso orpello, bensì scheletro, cuore e anima della democrazia. Noi attribuiamo all’elezione diretta del sindaco la funzione di promozione e sostegno di un progetto condiviso per le città e gli riconosciamo la fondamentale funzione di guida di questo processo sulla base di una investitura diretta e democratica.
Noi pensiamo che pubblico e privato non siano in contrapposizione e che anche a livello amministrativo debbano essere sviluppate collaborazioni attive nell’ambito degli strumenti di Partenariato Pubblico e Privato e qualunque altro strumento che soddisfi bisogni pubblici coniugandoli con investimenti risorse private, soddisfacendo i primi e garantendo efficienza di gestione.
Noi affermiamo che il terzo settore e l’economia sociale sono un insieme di attori civili, sociali ed economici già impegnati e ulteriormente coinvolgibili in molti dei progetti e degli interventi previsti dal PNRR. Torino ha ricevuto dalla UE il compito di guidare uno dei sette Social Innovation Competence Center per favorire e sviluppare occupazione e innovazione sociale, la nuova amministrazione verrà valutata anche su questo importante impegno.
Noi siamo convinti che sia indispensabile pianificare efficaci politiche industriali più che favorire la partecipazione pubblica nelle imprese in perdita.
Noi siamo convinti della necessità di un nuovo welfare, che non si declini esclusivamente o principalmente nell’assistenzialismo, magari attraverso elargizioni di redditi di sostegno scollegati da politiche attive del lavoro: vogliamo strumenti di emancipazione e non di assistenza.
Noi sosteniamo che una società migliore la si ricostruisce anche da una attenzione per i luoghi di detenzione, dove la pena deve avere, come prevede la nostra Costituzione, un valore rieducativo e che favorisca il reinserimento sociale, non è possibile che la comunità carceraria, detenuti, polizia penitenziale e personale preposto alle attività interne debbano vivere in condizioni aberranti e pericolose.
Noi siamo consapevoli che in questi ultimi anni abbiamo assistito ad una burocratizzazione e ad esclusive campagne sanzionatorie contro la cittadinanza. È venuta meno la fiducia dei cittadini verso il ‘pubblico’. È necessario un cambio di rotta che sburocratizzi e aiuti i cittadini in ogni contesto sociale implementando l’efficienza con appositi programmi di aggiornamento rivolti al personale dell’amministrazione comunale, consultando e coinvolgendo esperti e associazioni.
Noi siamo convinti che la transizione ecologica non coincida con forme più o meno mascherate di decrescita, ma piuttosto si debba rafforzare la ricerca e lo sviluppo di soluzioni compatibili con l’ambiente, senza penalizzare, ma anzi rafforzando il sistema sociale e produttivo esistente e comunque sostenendolo in questa epocale trasformazione.
Noi pensiamo che le scelte vadano fatte con responsabilità, considerando le risorse disponibili, per definizione scarse, e quindi sulla base di priorità individuate con senso di responsabilità ed equilibrio da chi è chiamato ad assumere le decisioni nella nostra città.
Noi siamo certi che solo lo sviluppo e tutto ciò che lo favorisca sia alla base del principio di redistribuzione: bisogna prima crescere e quindi distribuire la ricchezza prodotta, rafforzare tutto ciò che serve a raggiungere tale obiettivo: trasporti urbani e extraurbani per persone e merci, istruzione, qualità dei servizi, R&S, riqualificazione e riutilizzo del territorio, riqualificazione della edilizia pubblica e privata, destinando investimenti e verificando i tempi di realizzazione, che devono essere finalizzati all’indispensabile e prioritaria esigenza di rimanere fortemente ancorati all’Europa.
La situazione torinese
A Torino la crisi economica e sociale è stata ed è particolarmente acuta, i dati indicano che lo fosse già prima del Covid, che l’ha accentuata, gli indicatori erano molto negativi: deindustrializzazione, calo demografico e conseguente invecchiamento della popolazione, crisi delle filiere produttive, debolezza e assenza della politica, insufficienza del confronto culturale, ritardo formativo.
Le cause di questo declino trovano origine anche negli errori commessi da chi ha preceduto al governo della città l’amministrazione 5S dell’ Appendino, in primis il PD, il quale attraverso scelte sbagliate o ritardi e omissioni nell’assumere l’assenza di decisioni strategiche non più rinviabili (TAV, riconversione, mancata candidatura alle Olimpiadi Invernali con Milano, ha prodotto, e quando non l’ha prodotta l’ha accentuata, un’ulteriore drammatica accelerazione della crisi. Noi siamo convinti che si possa ancora recuperare e ripartire, ma che occorra nel governo della Città una forte discontinuità, sia a sinistra che a destra. I Torinesi, d’altra parte, hanno dimostrato di volere una forte discontinuità con il passato degli ultimi due decenni: occorre una nuova fase politica e amministrativa.
Perché i liberali scelgono Paolo Damilano
Paolo Damilano, candidato civico, di cultura liberale, espressione di una parte importante della nuova imprenditoria di questa città e di questa regione, rappresenta certamente una novità oltre che una coraggiosa e disinteressata candidatura.
Attorno a lui è possibile costruire un patto di tutti i riformatori liberali, affinché si rompano gli schemi precostituiti e si renda possibile generare e valorizzare nuove classi dirigenti. La coazione a ripetere, la tendenza alla conservazione delle posizioni di rendita e l’immobilismo non sono un limite della sola politica, ma se si saprà dare l’esempio questo potrà favorirà un processo di cambiamento capace di rianimare anche altri centri decisionali e luoghi di elaborazione culturale, come è avvenuto al livello del Governo centrale con l’avvento di Mario Draghi.
Paolo Damilano, d’altra parte, non è espressione di alcun partito politico, a differenza del suo sfidante, che è emanazione della stessa classe dirigente del PD, che ha amministrato la città negli ultimi 15 anni, sino all’avvento dei populisti dei 5S.
Siamo inoltre convinti sia necessario considerare che al voto, in questa tornata, andranno non solo Torino, ma altre importanti amministrazioni della prima conurbazione; che queste elezioni debbano divenire i blocchi di partenza di una riflessione indirizzata ad avviare una ‘autoriforma’ della Città Metropolitana, entità amministrativa insufficiente e sbagliata, figlia di provvedimenti assunti sull’onda dell’antipolitica, con organi di direzione e gestione inefficaci e soprattutto democraticamente non rappresentativi. Il candidato a Sindaco di Torino, che sosterremo, si dovrà impegnare ad agire per valorizzare l’esistente nei limiti del possibile e allo stesso tempo promuovere insieme alle altre città metropolitane italiane una vera riforma, confrontandosi con il Governo ed il Parlamento. Allo stesso modo, pensiamo che a Torino si debba dare vita immediatamente alle Municipalità, superando le attuali insufficienti competenze delle Circoscrizioni, per giungere rapidamente ai comuni urbani, questa è una delle condizioni per non procrastinare il divario nella città tra centro e periferie, dotare di veri poteri gli organi decentrati potrebbe avvicinare le soluzioni ai problemi del quotidiano, concentrando l’ente Comune sulla progettazione e programmazione territoriale di concerto con gli altri comuni contermini.
Perché Progresso Torino
Queste elezioni hanno quindi bisogno di un nuovo protagonista, Progresso Torino, espressione del coraggio e dell’orgoglio dei riformatori liberali, liberaldemocratici e liberalsocialisti, che partecipi alla competizione elettorale in piena autonomia. Un soggetto che riunisca le componenti politiche e civiche di quest’area.
Progresso Torino vuole essere uno dei motori per avviare un processo aggregativo in grado di raccogliere forze diverse, unite dal valore condiviso della democrazia, dei diritti civili e sociali e dell’Europa come prospettiva comune, uniti da un programma credibile e concreto, presentarle in autonomia agli elettori, scardinando un sistema politico arcaico e barocco, contribuendo al futuro governo della città con le proprie idee, i propri valori, le proprie donne e i propri uomini.
Il liberale veramente tale è tutt’altro che uno scettico. È un credente, anche se combatte ogni affermazione dogmatica; è un ottimista anche se ha della vita una concezione drammatica.
Carlo Rosselli
Alberto Nigra
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